Ieri 14 febbraio 2024 Environmental Defense Fund (EDF) e Google hanno annunciato una partnership per la realizzazione di un satellite in grado di mappare e misurare le emissioni di metano in tutto il mondo.
Si chiama, MethaneSAT e, grazie al supporto di Google, mapperà, misurerà e traccerà le emissioni di metano nell’atmosfera con una precisione senza precedenti attraverso una tecnologia che prevede l’utilizzo dell’IA applicata alle immagini satellitari per identificare le infrastrutture petrolifere e del gas in tutto il mondo.
Pronto per essere lanciato a marzo 2024 su un razzo SpaceX Falcon 9, MethaneSAT orbiterà intorno alla Terra 15 volte al giorno a un’altitudine di oltre 500 km.
L’obiettivo del progetto, portato avanti da tempo da EDF con altri importanti partners, è quello di quantificare e rintracciare le emissioni di metano fino alla loro fonte e permette ad aziende energetiche, governi e scienziati di avere accesso ad informazioni essenziali per ridurre le emissioni delle infrastrutture petrolifere e del gas in modo più rapido ed efficace in tutto il mondo.
Il metano è un potente gas serra identificato come il secondo maggior responsabile del riscaldamento globale, con un potenziale di riscaldamento oltre 80 volte superiore a quello dell’anidride carbonica nei primi 20 anni dopo la sua immissione nell’atmosfera.
In particolare, il metano derivante dall’attività umana è oggi responsabile di circa il 30% del riscaldamento globale di cui una grande quantità deriva dal settore dei combustibili fossili, come petrolio e gas. Da qui la necessità di individuare ed intervenire in maniera efficiente sulle emissioni lungo tutta la catena, dall’estrazione fino alla distribuzione.
In quest’ottica, MethaneSAT apre un nuovo fronte nell’era spaziale del monitoraggio climatico. Il satellite fornirà il primo quadro globale veramente dettagliato delle emissioni di metano elaborando dati riguardo la loro localizzazione, entità, aumento, diminuzione e responsabili (privati o governativi) in tutto il mondo.
Combinando la capacità di misurare con precisione i livelli di metano con un’alta risoluzione spaziale su vaste aree, sarà in grado di rilevare anche le piccole emissioni che altri satelliti oggi non catturano ma che arrivano a rappresentare fino all’80% delle emissioni in molte regioni.
Questo farà di MethaneSAT l’unico satellite al mondo in grado di fornire un’alta precisione delle emissioni totali su intere regioni del pianeta.
Google, che collabora da tempo con EDF, inserirà i dati raccolti dal satellite nella piattaforma di analisi geospaziale più importante al mondo, Google Earth Engine, che coinvolge oltre 100.000 scienziati in tutto il mondo.
Inoltre, la società metterà a disposizione i servizi di Google Cloud per ospitare calcoli e algoritmi, supportando EDF anche nella mappatura delle infrastrutture petrolifere e del gas attraverso sistemi di Intelligenza Artificiale che renderanno l’elaborazione, l’accesso e la visualizzazione dei dati di MethaneSAT più veloce e sicuro.
Flavia Sollazzo, Senior Director EU Transition Energy di EDFE, ha dichiarato:
“Grazie a MethaneSAT, saremo in grado di migliorare la trasparenza delle emissioni e i meccanismi di responsabilità, impedendo a chi emette metano in atmosfera di nascondersi senza conseguenze.
Questo satellite colmerà una lacuna critica nell’ecosistema delle tecnologie di rilevamento del metano. L’accuratezza unica di MethaneSAT produrrà i dati necessari per favorire una rapida riduzione delle emissioni, e la nuova partnership con Google renderà l’elaborazione, l’accesso e la visualizzazione dei dati più veloce e più agile”.
Google annunciando la partnership sul suo blog scrive: “Capire come affrontare le emissioni di metano è una delle maggiori sfide climatiche che ci troviamo ad affrontare oggi. Siamo entusiasti di condividere le informazioni concrete che sono urgentemente necessarie per ottenere un impatto reale. Questo lavoro è possibile grazie ai nostri partner di EDF”.
Google si unisce a una lunga lista di collaboratori fondamentali per il progetto MethaneSAT che vede la partecipazione di più di 70 scienziati ed esperti provenienti da istituzioni di primo piano come Ball Aerospace, Blue Canyon Technologies, Harvard School of Engineering and Applied Sciences, Harvard/Smithsonian Center for Astrophysics, IO Aerospace, New Zealand Space Agency.
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