Telefonia

WindTre, Corti (CO-CEO) annuncia il lancio del 5G standalone nell’estate 2025

Oltre al "vero" 5G, focus su sostenibilità, fusioni tra operatori e interventi normativi

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WindTre ha annunciato che a partire dall’estate 2025 attiverà la propria rete 5G standalone (SA), con l’obiettivo di migliorare le prestazioni della rete mobile e abilitare nuove applicazioni digitali.

L’annuncio è stato fatto da Gianluca Corti, Co-CEO di WindTre, durante un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, in cui ha affrontato anche il tema della sostenibilità del settore e della necessità di un consolidamento nel mercato delle telecomunicazioni.

L’aggiornamento tecnologico rientra nel più ampio sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione in Italia.

Il passaggio al 5G standalone

Attualmente, la rete 5G di WindTre in Italia utilizza la tecnologia non-standalone (NSA), che si appoggia alle infrastrutture del 4G per la gestione del traffico dati. Il 5G standalone (SA) opererà in modo indipendente, con alcune differenze tecnologiche rispetto alle reti esistenti:

  • Minore latenza: tempi di risposta più rapidi, con potenziali applicazioni in ambiti industriali, sanitari e dei trasporti.
  • Maggiore efficienza nella gestione del traffico dati: una connettività ottimizzata in aree con elevata densità di dispositivi connessi.
  • Network slicing: possibilità di configurare segmenti di rete dedicati a specifici utilizzi, per una gestione più flessibile delle risorse.

Secondo WindTre, il nuovo standard permetterà di migliorare la qualità del servizio e supportare l’adozione di soluzioni digitali avanzate.

Un settore sotto pressione

Nonostante le opportunità offerte dal 5G, Corti ha sottolineato come il settore delle telecomunicazioni in Italia sia in un momento di forte criticità. La concorrenza ha portato a una costante riduzione dei prezzi, comprimendo i margini di guadagno degli operatori e mettendo a rischio la sostenibilità degli investimenti in nuove infrastrutture.

L’implementazione del 5G standalone richiede infatti ingenti risorse economiche, e il settore si trova a dover bilanciare la necessità di innovazione con la sostenibilità finanziaria. Corti ha evidenziato come la pressione sui prezzi, unita a una regolamentazione rigida, renda difficile per gli operatori garantire la qualità del servizio e investire in nuove tecnologie.

Il dibattito sul consolidamento del mercato telco

Un altro tema affrontato nell’intervista riguarda la frammentazione del mercato delle telecomunicazioni in Italia. Secondo Corti, il numero di operatori attivi nel Paese è elevato rispetto alla dimensione del mercato, una situazione che sta rallentando gli investimenti nel settore.

Il consolidamento del mercato, già avviato in altri Paesi europei, potrebbe rappresentare una soluzione per garantire la sostenibilità degli operatori e migliorare le infrastrutture. L’acquisizione di Vodafone Italia da parte di Swisscom, con la prevista fusione con Fastweb, è un esempio di questa tendenza, e altre operazioni potrebbero seguire.

Sui rumors riguardanti una possibile fusione tra WindTre e Iliad, Gianluca Corti ha risposto ad Andrea Biondi de Il Sole 24 Ore:

Noi siamo concentrati sulla nostra strategia standalone e continuiamo a operare e a muoverci in questa direzione. Del futuro, però, nessuno può avere certezze. Il nostro percorso lo abbiamo già tracciato in passato, prima con la nascita di WindTre dalla fusione tra Wind e 3, e poi con l’acquisizione di Opnet, la rete di Linkem“.

Corti ha sottolineato come un eventuale consolidamento dovrebbe avvenire in modo bilanciato e regolamentato, evitando impatti negativi sulla concorrenza e garantendo allo stesso tempo un contesto più favorevole agli investimenti.

Il ruolo delle istituzioni

L’intervento pubblico potrebbe giocare un ruolo chiave nel garantire lo sviluppo del settore. Secondo Corti, sono necessari: incentivi fiscali per gli investimenti in infrastrutture; un quadro normativo più favorevole per evitare una concorrenza eccessivamente aggressiva; una maggiore collaborazione tra pubblico e privato per accelerare la transizione al 5G e allo sviluppo delle reti di nuova generazione.

L’obiettivo è garantire un ecosistema in cui gli operatori possano investire in reti più performanti senza mettere a rischio la loro sostenibilità economica.

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