In seguito agli accordi sulla Brexit, conclusi a dicembre 2020 con il Trade and Cooperation Agreement, il Regno Unito non è più considerato un Paese dell’Unione Europea per quanto riguarda il roaming internazionale nel settore della telefonia. Ma come si sono adeguati i principali operatori italiani?
L’accordo sopra citato, volto a regolare un’ampia varietà di relazioni tra Unione Europea e Regno Unito, si sofferma brevemente anche sul roaming UE, senza però fornire direttive precise.
Infatti, secondo l’articolo SERVIN.5.36 relativo al roaming internazionale, le due parti dovranno semplicemente cooperare per proporre prezzi trasparenti e ragionevoli per i servizi di roaming, al fine di promuovere la crescita degli scambi economici e rispettare i diritti dei consumatori.
Inoltre, le due parti dovranno informare gli operatori di telecomunicazione affinché rendano disponibili tutte le informazioni relative alle condizioni di prezzo applicate al roaming internazionale per traffico voce, SMS e dati.
Dopo anni in cui i clienti del Regno Unito ed europei hanno potuto utilizzare le proprie tariffe nazionali nel resto dell’Unione alle stesse condizioni domestiche (con un limite al traffico dati), si pone ora la questione delle tariffe che i singoli operatori potranno applicare per il Regno Unito e viceversa.
Se già nell’estate 2021 alcuni operatori del Regno Unito avevano comunicato ai propri clienti la reintroduzione dei costi di roaming nell’Unione Europea, in Italia, fino ad oggi, gli operatori italiani avevano nel complesso mantenuto inalterate le condizioni di roaming, consentendo di navigare nel Regno Unito come se fosse ancora un Paese UE. Tuttavia, questa situazione è destinata a cambiare.
Infatti, TIM ha già comunicato che, a partire dal 30 marzo 2025, per il traffico roaming originato e ricevuto nel Regno Unito si applicherà una tariffazione a consumo. Anche per il traffico internazionale generato dall’Italia verso numerazioni mobili e fisse del Regno Unito verranno applicate le condizioni tariffarie standard previste per i Paesi europei non appartenenti all’Unione Europea, salvo eventuali offerte specifiche attive sulla linea del cliente.
Questo, ovviamente, è solo l’inizio: è molto probabile che anche gli altri operatori si adegueranno.
Si ricorda che i Paesi in cui continuano ad applicarsi le condizioni del Regolamento Europeo sul roaming sono: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia (inclusi Guadalupa, Guyana francese, La Réunion, Mayotte e Martinica), Germania, Gibilterra, Grecia, Irlanda, Islanda, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.
Per la precisazione, il 31 gennaio 2020 il Regno Unito è uscito dall’Unione Europea. L’uscita ha segnato l’inizio di un periodo transitorio prorogabile durato fino al 31 dicembre 2020, durante il quale gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’UE hanno continuato ad applicarsi al Regno Unito.
Costi del traffico in Roaming dal Regno Unito
A partire dal 30 marzo 2025, per i clienti TIM che utilizzano la propria SIM in roaming dal Regno Unito, si applicheranno i seguenti costi:
- Chiamate originate verso Italia, Regno Unito e Zona Europa: 19 centesimi di euro al minuto;
- Chiamate ricevute: 1,39 centesimi di euro al minuto;
- SMS inviati: 7 centesimi di euro ciascuno;
- MMS inviati: 24,40 centesimi di euro ciascuno;
- Traffico dati: 0,007 centesimi di euro per ogni KB utilizzato;
- Videochiamate originate verso Italia, Regno Unito e Zona Europa: 2,02 euro al minuto;
- Videochiamate ricevute: 0,45 euro al minuto;
- Scatto alla risposta per le videochiamate: 16,13 centesimi di euro.
I criteri di tariffazione prevedono la tariffazione del traffico voce a secondi effettivi, mentre il traffico dati verrà tariffato a scatti di 1KB. Tutti i costi indicati sono IVA inclusa.